venerdì 4 giugno 2010

SENZA PERDERE LA TENEREZZA - Paco Ignacio Taibo II - 1996


Il 14 giugno 1928 a Rosario, in Argentina, da Ernesto Guevara Lynch e Celia de la Serna, nasce Ernesto Guevara de la Serna, noto ai più come Che Guevara.
Ernesto crescerà in una famiglia borghese e benestante di origini spagnole, basche ed irlandesi. Fin dalla più tenera età il ragazzo soffrirà di una grave forma d'asma, malattia che lo accompagnerà per tutta la vita. A causa di questa affezione Guevara e famiglia si trasferiranno nel 1932 vicino a Cordoba. Durante l'adolescenza Ernesto si appassionerà alla poesia, diventandone lui stesso autore, e più in generale alla letteratura , divorando velocemente svariati libri, da Jack London a Jules Verne, da Salgari ai saggi di Freud. Studierà dal 1941 nel “Colegio Nacional Dean Funes” e, nel 1948, si iscriverà all'università di Buenos Aires per studiare medicina, dove pochi anni dopo conseguirà la laurea.
Durante gli anni dell'università Ernesto si dedicherà a un lungo viaggio attraverso l'America Latina, insieme ad un suo vecchio amico, Alberto Granado. I due ragazzi, partiti dalla città di Alta Gracia, a cavallo di una motocicletta Norton Model 18 (chiamata “La Poderosa”), visiteranno il Cile, il Perù, la Colombia e il Venezuela. (Viaggio raccontato dallo stesso Che nel suo diario “Latinoamericana” da cui, nel 2004, verrà tratto il film “I diari della motocicletta”). E' proprio durante questo avventuroso itinerario che Guevara svilupperà le prime idee di rivoluzione, convinto che solo con essa si sarebbero potute risolvere le disuguaglianze sociali ed economiche presenti in quei paesi.
Ritornerà successivamente in Argentina solo per laurearsi, ripartendo subito dopo per un nuovo viaggio. Passerà attraverso l'Ecuador, Panama e Costa Rica dove incontrerà numerosi rivoluzionari legati a Fidel Castro. Giunto a La Paz sul treno conoscerà Ricardo Rojo, esule argentino, con il quale comincerà a studiare il processo rivoluzionario che è in corso nel paese.
E' in questi anni che riceverà il soprannome “Che”, dovuto all'uso frequente che faceva di questo tipico intercalare argentino.
Conoscerà una giovane peruviana, Hilda Gadea, che, successivamente diventerà sua moglie e madre di Hilda Beatriz, la sua primogenita.
Il 9 luglio 1955 sarà una data fondamentale nella vita del Che in quanto a Città del Messico incontrerà per la prima volta Fidel Castro. Tra i due uomini nascerà fin da subito una vera e propria intesa politica e umana, tanto che Fidel il giorno successivo proporrà al Che di unirsi a lui e ai suoi nella spedizione per liberare Cuba da Fulgencio Batista.
Il 25 novembre 1956 la nave Granma partirà dal Messico alla volta di Cuba. Dopo un tormentato viaggio, più lungo del previsto, senza cibo né acqua, afflitti dalle malattie, il 2 dicembre gli 82 uomini della Granma sbarcheranno a La Playa de las Coloradas, nella Cuba sudorientale. Avrà così inizio la rivoluzione cubana. Tra i guerriglieri sbarcati sull'isola ci saranno numerosi morti, vittime del combattimento o dei sequestri, ma il Che si rivelerà un abile stratega e un combattente impeccabile. Saranno attaccati numerose volte dai militari di Batista, tanto che la parte della guerriglia sopravvissuta sarà costretta a ritirarsi sulle montagne della Sierra Maestra, per condurre da lì la liberazione dal regime. Nel dicembre 1958 avverrà l'attacco su Santa Clara, la battaglia decisiva della rivoluzione. Batista, dopo essersi accorto che i suoi alti ufficiali stavano stipulando una pace separata con Castro, fuggirà nella Repubblica Dominicana il 1 gennaio 1959.
Dopo aver occupato La Havana gli anni per il Che passeranno attraverso l'incarico di comandante della prigione, le scuole di alfabetizzazione, un divorzio, un nuovo matrimonio con figli, la presidenza della Banca Nazionale di Cuba e infine la nomina a Ministro dell'Industria. In questa posizione diventerà una delle figure politiche più importanti di Cuba. Ricomincerà a viaggiare molto; andrà a New York, a Parigi, in Cina, in Egitto, in Algeria, nel Mali, nel Congo e in Tanzania.. sostenendo sempre di più la sua tendenza filo cinese a discapito di quella filo sovietica di Fidel Castro. E' anche a causa di queste divergenze che il Che, nel 65, deciderà di ritirarsi da ogni incarico pubblico, dal governo, dal partito e dalle forze armate. Rinuncerà anche alla cittadinanza di Cuba concessagli per i suoi meriti nella rivoluzione.
Deciderà quindi di tornare a combattere sul campo, come da sempre amava fare, sentendosi più adatto a quel tipo di compiti. Sostenuto da Fidel partirà quindi alla volta del Congo, in gran segreto. L'operazione cubana nell'ex Congo Belga (più tardi Zaire e attualmente Repubblica Democratica del Congo) sarà finalizzata al sostegno del movimento marxista dei Simba, favorevole a Patrice Lumumba. Il proposito del Che sarà quello di esportare la rivoluzione cubana indottrinando i Simba all'ideologia comunista ed insegnando loro le strategie della guerriglia. Ma le cose andranno diversamente da come il Che si era proposto. L'incompetenza, il settarismo e le lotte intestine delle varie fazioni congolesi saranno le principali ragioni del fallimento della rivolta. Così, dopo appena sette mesi, il Che sarà costretto ad abbandonare il Congo, frustrato, malato e sofferente per l'asma.
Si ritirerà così per alcuni mesi a Praga, non volendo tornare a Cuba, avendo ormai tagliato tutti o quasi i ponti con essa. Da qui, dopo essersi ripreso dalla forte depressione causata dalla sconfitta africana, deciderà di intraprendere la rivoluzione in America Latina.
Così, giunto per pochi giorni a Cuba, sceglierà i suoi 50 uomini e partirà per la Bolivia. Le cose in un primo momento andranno bene, in quanto i guerriglieri riusciranno a conseguire numerosi successi contro l'esercito, ma dopo poco tempo la situazione si complicherà, non essendo facili i contatti con Castro e, cosa molto grave, non riuscendo ad appoggiarsi alla popolazione locale (come invece era stato fatto nella rivoluzione cubana anni prima). Così si ritroveranno sempre più soli e dispersi. Intanto la notizia della presenza del Che in Bolivia si farà sempre più credibile, anche a causa di numerose spie tra gli uomini di Guevara. In pochi mesi i guerriglieri si troveranno senza cibo né acqua, malati e completamente accerchiati dall'esercito boliviano e dagli uomini della CIA. E' così che i primi giorni di ottobre del 67, dopo aver subito numerose perdite, il gruppo del Che verrà localizzato e catturato.
Il 9 ottobre 1967 Che Guevara verrà assassinato da Mario Teràn, un sergente dell'esercito scelto a sorte tra alcuni volontari. Qualcuno dice che Teràn era troppo nervoso, al punto di uscire dalla prigione del Che e dover essere ricondotto dentro a forza. Per altri, il sergente avrebbe avuto bisogno di ubriacarsi, al fine di portare a termine il compito.
Il corpo di Guevara sarà portato a Vallegrande e mostrato alla stampa. Dopo che un medico gli amputerà le mani, l'esercito boliviano farà sparire il corpo, rifiutandosi di rivelare se i resti fossero stati sepolti o cremati.
Il 15 ottobre Fidel riconoscerà pubblicamente la morte di Guevara, vista come un grave fallimento per i movimenti rivoluzionari operanti nell'America Latina e nel resto del Terzo Mondo.


Paco Ignacio Taibo ha realizzato questa documentatissima biografia di Che Guevara con un lavoro durato anni, attingendo a lettere, diari, appunti, articoli, poesie, discorsi, conferenze, interviste, testimonianze e documenti inediti. L'autore è riuscito a mettere insieme tutto questo, trasformandolo in una storia palpitante e obiettiva, tenendo sempre vivo il carattere del protagonista, svelandone le mille sfumature; la tenacia, l'idealismo, l'umiltà, gli attacchi d'asma (leggendo ti sembra di soffrirne a tua volta), le frequenti letture e gli innamoramenti. Lo stesso Taibo, nell'introduzione, spiega che questo non è un libro facile. E ha ragione. 62 capitoli, lungo oltre 710 pagine. Tutta la fase della rivoluzione che portò alla caduta di Batista è raccontata minuziosamente e il racconto risulta a volte molto crudo, ma molto realistico. Tutte le giornate da ministro sono raccontate nei minimi dettagli, trovandosi spesso immedesimati nel senso di frustrazione e ansia del Che. Assolutamente bellissima la descrizione del viaggio del Che e del suo amico in moto attraverso il Sud America. Bellissime e determinanti sono anche le fotografie inserite all'inizio di ogni capitolo, le quali aiutano a seguire anche visivamente il racconto. Ho deciso di leggere questo libro per andare oltre la mera iconografia da maglietta, scoprendo così un ritratto molto dolce e molto più ricco.

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