venerdì 18 dicembre 2020

7-7-2007 - Antonio Manzini - 2016 

Ci troviamo a Roma nel luglio del 2007.

Rocco Schiavone è quello di sempre, scorbutico, ruvido, cinico, schivo e irascibile. Ma sicuramente più felice.
Sua moglie Marina è ancora viva, sebbene abbia appena lasciato casa dopo aver scoperto i “loschi traffici” del marito.
Rocco sta indagando su un brutto affare. Tale Giovanni Ferri, ventenne, studente modello di giurisprudenza, figlio di un noto giornalista, viene trovato brutalmente assassinato in una cava di marmo. Rocco comincia a passare al setaccio la vita del giovane, all’apparenza del tutto ordinaria.
Ma è purtroppo un altro feroce delitto a “regalare” una svolta alle indagini. Un nuovo cadavere, Matteo Livolsi, amico intimo del primo, viene trovato per strada, anch’egli vittima di un violento colpo alla testa, ma stavolta senza alcuna traccia di sangue.
E’ questo elemento (e l’aiuto degli amici di sempre) che porta il vicequestore a trovare la pista giusta.
Una storia di droga. Un proficuo traffico di stupefacenti, gestito da una spietata criminalità organizzata.
Ma questa storia non finirà bene. Il vicequestore subirà un attentato dove lui si salverà. 
A morire sarà invece Marina.
E qui si torna al presente.
Anche Adele, compagna dell’amico Sebastiano, è stata uccisa in un agguato diretto a Schiavone. Le due morti sono collegate.
Ora non resta altro a Rocco e a i suoi amici che farsi giustizia da soli.


Un romanzo/confessione. Manzini dopo i cinque precedenti romanzi, con 7-7-2007 arriva finalmente a spiegare le ragioni del profondo e intimo dolore del vicequestore Rocco Schiavone.

Con un meccanismo complesso, un flashback che ha inizio e fine nel presente, pieno di intrecci e collegamenti, offre la possibilità di dare un filo logico alla vita del protagonista.
Il racconto ci accompagna nel suo passato, nei suoi errori e nei suoi rimpianti.
Ma non solo Schiavone. Tutti i protagonisti si fanno finalmente davvero conoscere. La moglie Marina e soprattutto i suoi inseparabili amici Furio, Brizio e Sebastiano sono raccontati in tutte le sfumature del loro carattere.
Oscillando tra presente e passato, pur conoscendo già l’epilogo verso il quale ci stiamo muovendo, l’effetto finale è ugualmente sconvolgente.
Tutto funziona alla perfezione. Psicologia dei personaggi, ritmo, coerenza nella trama. 
E’ la perfetta chiusura del cerchio.

mercoledì 29 gennaio 2020

A BOCCE FERME - Marco Malvaldi - 2018

Alla lettura del testamento di Alberto Corradi, proprietario dell'azienda farmaceutica Farmesis, avviene un colpo di scena: lo stesso Corradi si autoaccusa dell'omicidio del padre putativo, avvenuto nel lontano 1968.
Ma non è tutto. Al "morto d'annata" se ne aggiunge uno "fresco di giornata".
Che i due omicidi siano connessi? E' probabile: il movente (presumibile), una cospicua eredità con annessa fiorente fabbrica farmaceutica, lo farebbe pensare, ma i casi della vita non sono mai così lineari come ci si aspetterebbe.
Ci penseranno i quattro vecchietti del Bar Lume e l'annesso "barrista", sospettosi per natura  e intriganti per vocazione, a farsi strada nelle difficili indagine.

Si ride, tanto.
Si pensa, si attraversano incroci temporali che toccano il passato, il presente e anche il domani.
Un racconto riuscitissimo. Anche l'impianto del "giallo", attorno al quale ruota tutta la vicenda è robusto, avvincente e ben strutturato.
Piccolissima nota negativa a mio parere: non è dato al lettore di provare a risolvere anch'egli il mistero, in quanto tenuto all'oscuro fino alla fine di particolari fondamentali.
Ma senz'altro un ottimo racconto, ricco di riferimenti politici e culturali degli anni 60/70, che tolgono al romanzo quella "frivolezza" che spesso mi infastidisce.
Consigliato. 

L'INCONTRO - Michela Murgia - 2012 Maurizio, dieci anni, passa le sue intere vacanze estive dai nonni, a Cabras, una cittadina di novemi...