lunedì 12 aprile 2010
LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA - Dacia Maraini - 1990
Marianna Ucrìa è una bambina sordomuta, nata da una famiglia ricca della Sicilia della prima metà del 1700. Un rapporto speciale la lega al padre, l'unico che secondo lei non la considera inferiore per la sua menomazione. Il motivo del suo sordomutismo risale a quando Marianna aveva 5 anni e fu violentata dallo zio. Solo il padre, lo zio e il fratello più grande conoscono questo segreto. Il padre di Marianna tenta svariate volte di far guarire la figlia, esponendola a scene molto forti e violente, ma i tentativi risultano ogni volta vani. I rapporti col resto della famiglia non sono certo dei più rosei, anche perchè Marianna riesce a interagire con gli altri solo tramite bigliettini.
A tredici anni Marianna viene data in sposa allo zio Pietro, proprio il responsabile della sua malattia. I rapporti tra di loro risultano fin da subito distaccati e freddi. Avranno comunque otto figli. Marianna passerà attraverso molti lutti e sofferenze, esperienze coniugali e matrimoniali, avventure di cuore e non, affinando sempre di più i propri sentimenti e i propri desideri. Fino a quando un giorno Marianna deciderà di fuggire da questa realtà insieme a Fila, la sua serva. Arriverà quindi a Napoli e, successivamente, a Roma, dove si stabilirà, vivendo finalmente più serena e libera dai suoi “doveri” familiari.
Ero partita un po' prevenuta su questo libro. Pensavo fosse un romanzo piuttosto noioso. Devo dire che non è così. La lettura non è faticosa, anche se a volte bisogna fermarsi un po' per decifrare le frasi in dialetto siciliano. Protagonista di questo romanzo è infatti prima di tutto la Sicilia, terra della scrittrice, la Sicilia della grande aristocrazia nel suo pieno fulgore. Sembra una terra perfettamente chiusa e beata, sicura dei suoi privilegi. Ma se la si guarda dal basso non risulta così fantastica. Appare infatti una terra ignorante, crudele e indifferente ai problemi di chi non ha niente, dei servi e dei poveri, ai quali è riservata solo un'esistenza fatta di stenti. L'autrice in un'intervista ha affermato: “vorrei che questo libro comunicasse ai lettori un'idea profonda e sensuale della Sicilia”; per quello che mi riguarda è stato proprio così.
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